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giovedì 18 gennaio 2018

#6 Missione di riabilitazione

-Kashkar-
-Kashkar ci ha mandato a recuperare il libro-
Queste parole escono inaspettatamente dalla bocca del nano. Il nano, quello inflessibile,  il cubetto di acciaio e improbabilità che nel dubbio abbassa sempre la testa e carica.
Confessato il nome, gli inquisitori si dileguano lasciando il gruppo a riflettere sulle conseguenze di quest'azione.
Porca zozza Kashkar non passerà un gran bel quarto d'ora.
Per adesso sanno che 1) c'è un noviziello inquisitore che vuole la pelle di Olaf 2) Kashkar andrà bevuto perché loro hanno spifferato tutto alle guardie dell'anima.
Korgoth si accolla sulle spalle lo svenevolo Olaf e decidono di correre verso la tenuta del loro committente, mecenate e mezzo protettore.
Ci arrivano in tempo, in tempo per vedere la ricca tenuta nella zona bene di Cabiria (4000 mo al metro quadro)  andare beatamente a fuoco.
Con le fiamme che illuminano la notte sono costretti a tenersi in disparte. Vedono i mercenari pagati dal mezz'elfo lasciare le armi e darsi alla fuga. Un frusciar di vesti e un baluginio fioco di una spilla in mezzo alla notte li attirano sul retro. Kashkar non è stato preso ma si sta dando alla fuga. Lo raggiungono in una piccola radura.
-Non è colpa vostra- ripete lui. -la colpa è prima di tutto mia, mia e di quella curiosità per la magia che mi ha sempre accompagnato. Sono i tempi ad essermi contrari. Vengo sanzionato anche se quello che faccio è per uso puramente personale-
Il gruppo ha uno sguardo a metà tra il ci dispiace e il 'te l'avevamo detto'.
-Vi chiedo solo una cosa prima di andarmene. Difendete la vita di Matilde d'Ocrida, o anche di Matilde ocridea, questo dipende se volete usare l'aggettivo corrispondente o il suo nome.-
Rapidissimo recap: Matilde fa parte del Sinodo dei Pari di Cabiria, l'organo che governa la città e rappresenta la quota imposta dall'impero nelle amministrazioni comunali.
-Vegliate su di lei fino a quando rimarrete qui, poi sarà compito del suo promesso sposo, Ruggero Valleromita, difenderla-
Ma quindi tra te e questa tipa c'è stato del tenerume? Dicono gli occhi del party.
E subito fioccano le fantasie di mani che si sfiorano dopo le eccitanti sedute del consiglio comunale.
-Sì, Matilde era la mia amante-
Zan Zan
Potremmo aggiungere un: disse il mezz'elfo mentre distoglieva lo sguardo. Si sgretolava così la sua vita e la sua fortuna. Come un esule lasciava la sua città e affidava la vita della sua amata nelle mani di un fido manipolo di eroi.
Ma una descrizione più accurata forse sarebbe: mentre il mezz'elfo si accollava con il suo romance da harmony di quelli che si trovano a casa di nonna, Olaf era preso da un attacco fortissimo di tossetta. Tutta quella cenere gli faceva male.
-Vi devo chiedere un'altra cosa. Purtroppo non ci sarà ricompensa.-
Il nano già comincia a storcere il naso e a fare i suoi soliti mmmmhhh mhhhh di insofferenza.
-Prendete questo- gli passa il libro -e riportatelo dove dovrebbe risiedere-
-Indicizzato nell'opac della biblioteca comunale dell'inquisizione?-
-No. Nella tomba dei vecchi re-
Quick recap: la tomba dei vecchi re... no vabbhe mi rompo le palle a spiegarlo ora. Quando ci arriviamo ve lo dico.
-Ora fuggite. So che un giorno ci rincontreremo-
E si sono davvero rincontrati, ma davvero 'na cifra di tempo dopo.

Scappano anche loro nella notte. Lasciano Cabiria come dei ladri qualsiasi. Una taglia sulla testa di Olaf, un libro scottante tra le mani e la loro fortuna che vacilla come l'ultimo birillo di un probabile strike. E, last but not least, un nano che brontola perché stanno per affrontare una missione che non ha nessun tipo di compenso.
Inizia adesso la narrazione della: Missione Tirocinio

Si spostano a sud. Viaggiano lontani dalle strade per paura di essere visti dai laminati (aka i soldati dell'impero), tengono quindi la via della campagna, dei fossi e dei roveti. Tò guarda un cespuglio di more.
Spostandosi a sud raggiungono il villaggio di Leza che confina con le terre delle tre città libere. Lì vicino sta un lago, oltre il lago siede, morta e immota, la città dei vecchi re.
Quella città era stata distrutta durante la lotta infradivina ormai 10 secoli prima che il gruppo entrasse in gioco, da quella stessa guerra è sorta La Fenditura e la psicosi sull'uso della magia.
Raggiungono le rovine della città di mattina. Il marmo bianco risulta essere slavato dal tempo, quella che era stata una grande capitale ora non è altro che una pila di rocce scomposte (parte in sottofondo To Zanarkand).
Nello zaino il libro che deve tornare nella tomba degli ultimi re. Dei re che si credevano immortali e il cui impero è stato spazzato via quando le divinità hanno iniziato a combattere.
Quel libro che Grimgold sta studiando e da cui riesce a copiare un solo incantesimo per un rituale: na cosa complicatissima che si può tradurre come viaggio planare onirico. Prima di rimetterlo nella sua fodera di cuoio lo accarezza con la mano, poi pulisce senza riguardo la sua penna sul dorso sulle vesti di Olaf.
Queste devono essere le tombe dei re. Una volta ho letto qualcosa su di loro.
A parlare è Grimgold. L'unico che può usare il verbo leggere senza destare sospetti sulla propria capacità di sillabare.
Davanti a loro sta un'alta collina. Le pareti di pietra chiara cadono quasi verticali e, incassata nella viva roccia, una piccola entrata. 'Na cosa come le tombe Achemenidi nsomma.

Korgoth lega la corda al suo rampino.
Inizia la scalata.






domenica 7 gennaio 2018

#5 Parole o Botte?

Ci sono due atteggiamenti nella vita di tutti i giorni, e per vita di tutti i giorni intendo le campagne di dnd, e sono: DIPLOMAZIA o INTIMIDIRE.
Tutti i personaggi possono essere divisi secondo queste due direttive che fanno il paio con aristotelico&platonico parmigiano&pecorino cochi&renato. Ognuno è alternativamente una sola di queste due cose. 
Ecco.
Il problema di questa sessione è che queste due tendenze sono andate beatamente in conflitto, generando una sana contraddizione tra i personaggi, i png, l'ambiente esterno e il meteo del piano che i pg abitano.
Li abbiamo visti tornare dalla torre nera dei morti con in mano un anello, il loot dell'uomo ragno (ma montato male), e un patto stretto con gli uomini dell'inquisizione.
Li abbiamo visti tornare da Kashkar con la sicurezza baldanzosa di aver portato a termine la prima vera quest. In tutto questo Abulena si era anche ripreso dal colpo che aveva ricevuto alla testa.
Confesso che la linea degli eventi potrebbe essere un po' imprecisa, ma che importa, in fondo era estate e si poteva essere asociali anche in giardino intorno ad un tavolo e solo sentendo di cosa stavamo parlando gli altri ci avrebbero potuto definire 'anormali', 'un po' sfiga' o un qualsiasi altro epiteto ricevuto nel quinquennio del liceo.
Allora, il party è a Cabiria. Si leccano le ferite e rassicurano Kashkar. Che, giustamente, gli dice di riposarsi e di prepararsi per un'altra missione.
Eppure. Eppure gli ingranaggi dell'inquisizione avevano già iniziato a muoversi.
Quindi trasliamoci un attimo perché sta per essere introdotto un altro personaggio che ha giocato un po' con noi e ogni tanto ancora riciccia fuori (ciao Oli).
Una volta che gli inquisitori avevano capito che nel party c'erano due maghi avevano riportato i loro nomi alle autorità.

L'inquisizione funziona come un ufficio disorganizzato, piramidale e malvagissimo. Al solito, le poste italiane al loro peggio. Comunque il nome di Olaf, lo stregone mezz'orco, viaggia attraverso le pianure, passa valichi montani e - lento come un cartolina dalle Terme dei Papi di Viterbo - arriva a destinazione. Dove?
Bhe, a Essenia.
La roccaforte pure.
Il centro nevralgico dell'inquisizione. Città di cagacazzi che pensano solo ai peccati, a bruciare streghe e che scambiano l'autolesionismo per espiazione.
Lì arriva la lettera che contiene il nome Olaf. Contemporaneamente vediamo un lungo corridoio con centinaia di porte, tutte cellette fredde e scomode. Essenia è in mezzo alle montagne e il riscaldamento non viene acceso prima di febbraio. E perché? Perché je piace da soffri'.
In queste cellette c'è un uomo dalla corporatura affilata, i muscoli tesi per l'allenamento e le deprivazioni. Un uomo che sta per essere scelto per il rito di iniziazione.
Cade lenta una neve sottile, cade come cadrebbe la cenere.
Lui viene condotto nel cortile del convento.
Ai quattro angoli ci sono grandi bracieri di ferro. Semisfere dove crepitano le braci.
'Il tuo compito è semplice, accolito. Potrai diventare uno di noi, e ti sarà concesso pronunciare le parole del giuramento solo quando avrai ucciso uno spergiuro, un miscredente e uno stregone di nome Olaf' a parlare è il suo superiore.
'ricorda questo nome, e se lo scorderai lui si ricorderà di te'
Detto questo lo marchiano a fuoco. Sulla pelle bruciata del petto le lettere che compongono la parola Olaf.
Oh, fortuna che almeno ho un nome corto.
La fregatura dell'iniziazione è questa: la ferita non si rimargina fino a che il portatore del nome non giace sotto sei piedi di terra, aka il povero accolito ha un incentivo in più per sbrigarsi e portare a termine il suo compito. Cioè, è molto più difficile questo che prendere la patente con le nuove regole.

Detto questo cosa abbiamo: un fanatico religioso con una ferita che non guarisce che cavalca vorticosamente verso Cabiria.
E intanto il party si sta organizz... no, in realtà manco quello. Però hanno dato ad Abulena l'anello per farselo valutare. Ha detto che ci vorrà qualche giorno.
Belli loro che si fidano così.

Ovviamente riappare il primo inquisitore, affiancato questa volta dal suo accolito che deve nascondere con tutta la forza che ha in corpo il suo desiderio di spanzare Olaf con un cucchiaio.
Purtroppo lasciano il nano alla diplomazia e il diplomatico va a chiudersi in una stanza della taverna.
Ah, giusto, stanno in una taverna. Inaspettatissimo proprio.
La cosa viene gestita malino, come in fondo la gestirei anche io.
Ma alla fine come finisce.
Finisce con uno stallo alla messicana.
Un lungo pugnale affilato sulla gola di Olaf (che è svenuto come una brava signorina di buona famiglia dell'ottocento), dall'altra parte Khazmud, Korghot e Grimgold alle prese con un altro inquisitore. Poi doverosamente fatto rotolare giù per le scale. Fuori dalla porta invece l'altro sgherro con il nome di Olaf tatuato dentro a un cuore.
Finché morte non ci separi.
'Diteci chi vi ha mandato! Ditemelo e il vostro amico avrà salva la vita' dice scuotendo Olaf come se fosse un sacco di patate.
Ecco il dilemma iniziale: diplomazia o intimidazione? E poi, ha senso tradire Kashkar per salvare quel tisico di Olaf?
'Il tempo scorre, ditemi il nome e lui ha salva la vita, altrimenti dovrete spiegare al taverniere perché avete il cadere di uno sporco mezz'orco nella stanza'.

Ve l'avevo detto, è uno stallo alla messicana.
Si può chiudere con uno stallo?
Penso di sì.




#7

Nelle tombe dei vecchi re. Nelle tombe dei vecchi re ci si chiede se ad essere vecchie sono le tombe o i re. Di solito poi non lo si capis...