Nelle tombe dei vecchi re.
Nelle tombe dei vecchi re ci si chiede se ad essere vecchie sono le tombe o i re.
Di solito poi non lo si capisce mica e si rimane con una risposta insoddisfacente.
Quello che il gruppo fa è mettersi in fila indiana a partire dal più ciotto e scendere, come sempre, dove risiede il pericolo, cioè nelle viscere della terra, in dungeon dimenticati o dietro la porta del bagno quando uno deve andare a fare pipì nel mezzo della notte.
Dal corridoio buio passano ad una cupola immensa, entrano dalla parte più in alto e scendono lungo le sue pareti inclinate su una scaletta traballante. Il pavimento è un'immensa piattaforma circolare, lungo i bordi un baratro che da sul vuoto.
Per terra motivi geometrici arzigogolati.
-tipo tribali?-
-tipo tribali, ma senza la necessità che siano sul collo di nessuno coatto di pomezia-
Sbam
dal centro si apre una botola e ne esce (con una scenicissima ascesa verticale) un golem.
Anche sul golem gli stessi segni arcani.
-Vedi che c'ha i tribali-
Khazmud ci rimette quasi il pelo perché la piattaforma inizia ad inclinarsi (grazie secchiate di ore spese a giocare a supermario!).
Un tiro su saltare in extremis lo salva da una morte impietosa.
E cambiano stanza.
Questa parte del dungeon viene tutt'ora ricordata come quella in cui il nano 'ha fatto la frog splash alla medusa'.
Confesso.
Non trovo modo migliore per esprimerlo.
E la frog splash si è stata fatta con la medusa che cadeva su un pavimento disseminato di spilloni di 40 cm in mithril. Ah, e lanciandosi da una colonna.
Superano anche dei blandissimi rompicapo. Livello difficoltà: unire i puntini della settimana enigmistica. I pg mi scherzano. Ma un giorno mi vendicherò con un sudoku che fa piangere anche i bambini prodigio cinesi, quelli che non possono mangiare i cereali se non scastrano un cubo di rubik.
-i miei cereali si stanno ammollando...-
-non hai ancora finito il tuo dado piccolo Feng-
Nella stanza successiva i pg notano che sulle pareti del corridoio sono stati incidi dei nomi. Vedono quello di Kashkar. Doveva essere passato di là anni prima, decenni addirittura.
Un altro party di giocatori, una serie di avventurieri che aveva lasciato la propria firma prima di questo gruppo; oppure del semplice vandalismo.
Raggiungono la stanza dei sarcofagi, uno rappresenta l'ultimo re prima della grande guerra intradivina e l'altro la sua consorte. C'è anche un'iscrizione, che Grimgold, l'unico con la quinta elementare, riesce a decifrare in tutta la sua prolissitudine:
Pacificatore delle terre degli uomini
Costruttori di ponte
Re dei venti
Padrone degli uomini,
Sono il custode del libro
e lo sarò per sempre
L'anello del dio
Lo dono alla mia metà
Perché la magia
Che vedevo in lei
Era la stessa che mi svelava
Il dio della fiamma
Oggi varco l'ultima soglia
E galoppo per l'ultima volta
Verso le contrade della notte
I pg riflettono. Sono quindi due gli oggetti del dio. Uno è l'anello, ma potrebbe trattarsi di quell'anello? Lo stesso che loro hanno recuperato nella torre del silenzio e che hanno lasciato ad Abulena per essere valutato. Questo pensiero li sconforta e gli fa montare una certa dose di rabbia.
Quindi quell'anello non era solo magico, era un attributo stesso del dio della fiamma, che poi è un altro modo per dire dio della magia.
Restituiscono il libro al suo proprietario.
Lo depositano con cura tra le braccia del re, sperando che egli possa prendersene cura.
Quelle serate Nerd
Un Master, un rampino, un ascia, un tisico, un chiacchierone, due tette, due tette e degli osservatori inosservati. Cosa potrà mai andare storto?
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Nelle tombe dei vecchi re. Nelle tombe dei vecchi re ci si chiede se ad essere vecchie sono le tombe o i re. Di solito poi non lo si capis...
venerdì 23 febbraio 2018
giovedì 18 gennaio 2018
#6 Missione di riabilitazione
-Kashkar-
-Kashkar ci ha mandato a recuperare il libro-
Queste parole escono inaspettatamente dalla bocca del nano. Il nano, quello inflessibile, il cubetto di acciaio e improbabilità che nel dubbio abbassa sempre la testa e carica.
Confessato il nome, gli inquisitori si dileguano lasciando il gruppo a riflettere sulle conseguenze di quest'azione.
Porca zozza Kashkar non passerà un gran bel quarto d'ora.
Per adesso sanno che 1) c'è un noviziello inquisitore che vuole la pelle di Olaf 2) Kashkar andrà bevuto perché loro hanno spifferato tutto alle guardie dell'anima.
Korgoth si accolla sulle spalle lo svenevolo Olaf e decidono di correre verso la tenuta del loro committente, mecenate e mezzo protettore.
Ci arrivano in tempo, in tempo per vedere la ricca tenuta nella zona bene di Cabiria (4000 mo al metro quadro) andare beatamente a fuoco.
Con le fiamme che illuminano la notte sono costretti a tenersi in disparte. Vedono i mercenari pagati dal mezz'elfo lasciare le armi e darsi alla fuga. Un frusciar di vesti e un baluginio fioco di una spilla in mezzo alla notte li attirano sul retro. Kashkar non è stato preso ma si sta dando alla fuga. Lo raggiungono in una piccola radura.
-Non è colpa vostra- ripete lui. -la colpa è prima di tutto mia, mia e di quella curiosità per la magia che mi ha sempre accompagnato. Sono i tempi ad essermi contrari. Vengo sanzionato anche se quello che faccio è per uso puramente personale-
Il gruppo ha uno sguardo a metà tra il ci dispiace e il 'te l'avevamo detto'.
-Vi chiedo solo una cosa prima di andarmene. Difendete la vita di Matilde d'Ocrida, o anche di Matilde ocridea, questo dipende se volete usare l'aggettivo corrispondente o il suo nome.-
Rapidissimo recap: Matilde fa parte del Sinodo dei Pari di Cabiria, l'organo che governa la città e rappresenta la quota imposta dall'impero nelle amministrazioni comunali.
-Vegliate su di lei fino a quando rimarrete qui, poi sarà compito del suo promesso sposo, Ruggero Valleromita, difenderla-
Ma quindi tra te e questa tipa c'è stato del tenerume? Dicono gli occhi del party.
E subito fioccano le fantasie di mani che si sfiorano dopo le eccitanti sedute del consiglio comunale.
-Sì, Matilde era la mia amante-
Zan Zan
Potremmo aggiungere un: disse il mezz'elfo mentre distoglieva lo sguardo. Si sgretolava così la sua vita e la sua fortuna. Come un esule lasciava la sua città e affidava la vita della sua amata nelle mani di un fido manipolo di eroi.
Ma una descrizione più accurata forse sarebbe: mentre il mezz'elfo si accollava con il suo romance da harmony di quelli che si trovano a casa di nonna, Olaf era preso da un attacco fortissimo di tossetta. Tutta quella cenere gli faceva male.
-Vi devo chiedere un'altra cosa. Purtroppo non ci sarà ricompensa.-
Il nano già comincia a storcere il naso e a fare i suoi soliti mmmmhhh mhhhh di insofferenza.
-Prendete questo- gli passa il libro -e riportatelo dove dovrebbe risiedere-
-Indicizzato nell'opac della biblioteca comunale dell'inquisizione?-
-No. Nella tomba dei vecchi re-
Quick recap: la tomba dei vecchi re... no vabbhe mi rompo le palle a spiegarlo ora. Quando ci arriviamo ve lo dico.
-Ora fuggite. So che un giorno ci rincontreremo-
E si sono davvero rincontrati, ma davvero 'na cifra di tempo dopo.
Scappano anche loro nella notte. Lasciano Cabiria come dei ladri qualsiasi. Una taglia sulla testa di Olaf, un libro scottante tra le mani e la loro fortuna che vacilla come l'ultimo birillo di un probabile strike. E, last but not least, un nano che brontola perché stanno per affrontare una missione che non ha nessun tipo di compenso.
Inizia adesso la narrazione della: Missione Tirocinio
Si spostano a sud. Viaggiano lontani dalle strade per paura di essere visti dai laminati (aka i soldati dell'impero), tengono quindi la via della campagna, dei fossi e dei roveti. Tò guarda un cespuglio di more.
Spostandosi a sud raggiungono il villaggio di Leza che confina con le terre delle tre città libere. Lì vicino sta un lago, oltre il lago siede, morta e immota, la città dei vecchi re.
Quella città era stata distrutta durante la lotta infradivina ormai 10 secoli prima che il gruppo entrasse in gioco, da quella stessa guerra è sorta La Fenditura e la psicosi sull'uso della magia.
Raggiungono le rovine della città di mattina. Il marmo bianco risulta essere slavato dal tempo, quella che era stata una grande capitale ora non è altro che una pila di rocce scomposte (parte in sottofondo To Zanarkand).
Nello zaino il libro che deve tornare nella tomba degli ultimi re. Dei re che si credevano immortali e il cui impero è stato spazzato via quando le divinità hanno iniziato a combattere.
Quel libro che Grimgold sta studiando e da cui riesce a copiare un solo incantesimo per un rituale: na cosa complicatissima che si può tradurre come viaggio planare onirico. Prima di rimetterlo nella sua fodera di cuoio lo accarezza con la mano, poi pulisce senza riguardo la sua penna sul dorso sulle vesti di Olaf.
Queste devono essere le tombe dei re. Una volta ho letto qualcosa su di loro.
A parlare è Grimgold. L'unico che può usare il verbo leggere senza destare sospetti sulla propria capacità di sillabare.
Davanti a loro sta un'alta collina. Le pareti di pietra chiara cadono quasi verticali e, incassata nella viva roccia, una piccola entrata. 'Na cosa come le tombe Achemenidi nsomma.
Korgoth lega la corda al suo rampino.
Inizia la scalata.
-Kashkar ci ha mandato a recuperare il libro-
Queste parole escono inaspettatamente dalla bocca del nano. Il nano, quello inflessibile, il cubetto di acciaio e improbabilità che nel dubbio abbassa sempre la testa e carica.
Confessato il nome, gli inquisitori si dileguano lasciando il gruppo a riflettere sulle conseguenze di quest'azione.
Porca zozza Kashkar non passerà un gran bel quarto d'ora.
Per adesso sanno che 1) c'è un noviziello inquisitore che vuole la pelle di Olaf 2) Kashkar andrà bevuto perché loro hanno spifferato tutto alle guardie dell'anima.
Korgoth si accolla sulle spalle lo svenevolo Olaf e decidono di correre verso la tenuta del loro committente, mecenate e mezzo protettore.
Ci arrivano in tempo, in tempo per vedere la ricca tenuta nella zona bene di Cabiria (4000 mo al metro quadro) andare beatamente a fuoco.
Con le fiamme che illuminano la notte sono costretti a tenersi in disparte. Vedono i mercenari pagati dal mezz'elfo lasciare le armi e darsi alla fuga. Un frusciar di vesti e un baluginio fioco di una spilla in mezzo alla notte li attirano sul retro. Kashkar non è stato preso ma si sta dando alla fuga. Lo raggiungono in una piccola radura.
-Non è colpa vostra- ripete lui. -la colpa è prima di tutto mia, mia e di quella curiosità per la magia che mi ha sempre accompagnato. Sono i tempi ad essermi contrari. Vengo sanzionato anche se quello che faccio è per uso puramente personale-
Il gruppo ha uno sguardo a metà tra il ci dispiace e il 'te l'avevamo detto'.
-Vi chiedo solo una cosa prima di andarmene. Difendete la vita di Matilde d'Ocrida, o anche di Matilde ocridea, questo dipende se volete usare l'aggettivo corrispondente o il suo nome.-
Rapidissimo recap: Matilde fa parte del Sinodo dei Pari di Cabiria, l'organo che governa la città e rappresenta la quota imposta dall'impero nelle amministrazioni comunali.
-Vegliate su di lei fino a quando rimarrete qui, poi sarà compito del suo promesso sposo, Ruggero Valleromita, difenderla-
Ma quindi tra te e questa tipa c'è stato del tenerume? Dicono gli occhi del party.
E subito fioccano le fantasie di mani che si sfiorano dopo le eccitanti sedute del consiglio comunale.
-Sì, Matilde era la mia amante-
Zan Zan
Potremmo aggiungere un: disse il mezz'elfo mentre distoglieva lo sguardo. Si sgretolava così la sua vita e la sua fortuna. Come un esule lasciava la sua città e affidava la vita della sua amata nelle mani di un fido manipolo di eroi.
Ma una descrizione più accurata forse sarebbe: mentre il mezz'elfo si accollava con il suo romance da harmony di quelli che si trovano a casa di nonna, Olaf era preso da un attacco fortissimo di tossetta. Tutta quella cenere gli faceva male.
-Vi devo chiedere un'altra cosa. Purtroppo non ci sarà ricompensa.-
Il nano già comincia a storcere il naso e a fare i suoi soliti mmmmhhh mhhhh di insofferenza.
-Prendete questo- gli passa il libro -e riportatelo dove dovrebbe risiedere-
-Indicizzato nell'opac della biblioteca comunale dell'inquisizione?-
-No. Nella tomba dei vecchi re-
Quick recap: la tomba dei vecchi re... no vabbhe mi rompo le palle a spiegarlo ora. Quando ci arriviamo ve lo dico.
-Ora fuggite. So che un giorno ci rincontreremo-
E si sono davvero rincontrati, ma davvero 'na cifra di tempo dopo.
Scappano anche loro nella notte. Lasciano Cabiria come dei ladri qualsiasi. Una taglia sulla testa di Olaf, un libro scottante tra le mani e la loro fortuna che vacilla come l'ultimo birillo di un probabile strike. E, last but not least, un nano che brontola perché stanno per affrontare una missione che non ha nessun tipo di compenso.
Inizia adesso la narrazione della: Missione Tirocinio
Si spostano a sud. Viaggiano lontani dalle strade per paura di essere visti dai laminati (aka i soldati dell'impero), tengono quindi la via della campagna, dei fossi e dei roveti. Tò guarda un cespuglio di more.
Spostandosi a sud raggiungono il villaggio di Leza che confina con le terre delle tre città libere. Lì vicino sta un lago, oltre il lago siede, morta e immota, la città dei vecchi re.
Quella città era stata distrutta durante la lotta infradivina ormai 10 secoli prima che il gruppo entrasse in gioco, da quella stessa guerra è sorta La Fenditura e la psicosi sull'uso della magia.
Raggiungono le rovine della città di mattina. Il marmo bianco risulta essere slavato dal tempo, quella che era stata una grande capitale ora non è altro che una pila di rocce scomposte (parte in sottofondo To Zanarkand).
Nello zaino il libro che deve tornare nella tomba degli ultimi re. Dei re che si credevano immortali e il cui impero è stato spazzato via quando le divinità hanno iniziato a combattere.
Quel libro che Grimgold sta studiando e da cui riesce a copiare un solo incantesimo per un rituale: na cosa complicatissima che si può tradurre come viaggio planare onirico. Prima di rimetterlo nella sua fodera di cuoio lo accarezza con la mano, poi pulisce senza riguardo la sua penna sul dorso sulle vesti di Olaf.
Queste devono essere le tombe dei re. Una volta ho letto qualcosa su di loro.
A parlare è Grimgold. L'unico che può usare il verbo leggere senza destare sospetti sulla propria capacità di sillabare.
Davanti a loro sta un'alta collina. Le pareti di pietra chiara cadono quasi verticali e, incassata nella viva roccia, una piccola entrata. 'Na cosa come le tombe Achemenidi nsomma.
Korgoth lega la corda al suo rampino.
Inizia la scalata.
domenica 7 gennaio 2018
#5 Parole o Botte?
Ci sono due atteggiamenti nella vita di tutti i giorni, e per vita di tutti i giorni intendo le campagne di dnd, e sono: DIPLOMAZIA o INTIMIDIRE.
Tutti i personaggi possono essere divisi secondo queste due direttive che fanno il paio con aristotelico&platonico parmigiano&pecorino cochi&renato. Ognuno è alternativamente una sola di queste due cose.
Ecco.
Il problema di questa sessione è che queste due tendenze sono andate beatamente in conflitto, generando una sana contraddizione tra i personaggi, i png, l'ambiente esterno e il meteo del piano che i pg abitano.
Li abbiamo visti tornare dalla torre nera dei morti con in mano un anello, il loot dell'uomo ragno (ma montato male), e un patto stretto con gli uomini dell'inquisizione.
Li abbiamo visti tornare da Kashkar con la sicurezza baldanzosa di aver portato a termine la prima vera quest. In tutto questo Abulena si era anche ripreso dal colpo che aveva ricevuto alla testa.
Confesso che la linea degli eventi potrebbe essere un po' imprecisa, ma che importa, in fondo era estate e si poteva essere asociali anche in giardino intorno ad un tavolo e solo sentendo di cosa stavamo parlando gli altri ci avrebbero potuto definire 'anormali', 'un po' sfiga' o un qualsiasi altro epiteto ricevuto nel quinquennio del liceo.
Allora, il party è a Cabiria. Si leccano le ferite e rassicurano Kashkar. Che, giustamente, gli dice di riposarsi e di prepararsi per un'altra missione.
Eppure. Eppure gli ingranaggi dell'inquisizione avevano già iniziato a muoversi.
Quindi trasliamoci un attimo perché sta per essere introdotto un altro personaggio che ha giocato un po' con noi e ogni tanto ancora riciccia fuori (ciao Oli).
Una volta che gli inquisitori avevano capito che nel party c'erano due maghi avevano riportato i loro nomi alle autorità.
L'inquisizione funziona come un ufficio disorganizzato, piramidale e malvagissimo. Al solito, le poste italiane al loro peggio. Comunque il nome di Olaf, lo stregone mezz'orco, viaggia attraverso le pianure, passa valichi montani e - lento come un cartolina dalle Terme dei Papi di Viterbo - arriva a destinazione. Dove?
Bhe, a Essenia.
La roccaforte pure.
Il centro nevralgico dell'inquisizione. Città di cagacazzi che pensano solo ai peccati, a bruciare streghe e che scambiano l'autolesionismo per espiazione.
Lì arriva la lettera che contiene il nome Olaf. Contemporaneamente vediamo un lungo corridoio con centinaia di porte, tutte cellette fredde e scomode. Essenia è in mezzo alle montagne e il riscaldamento non viene acceso prima di febbraio. E perché? Perché je piace da soffri'.
In queste cellette c'è un uomo dalla corporatura affilata, i muscoli tesi per l'allenamento e le deprivazioni. Un uomo che sta per essere scelto per il rito di iniziazione.
Cade lenta una neve sottile, cade come cadrebbe la cenere.
Lui viene condotto nel cortile del convento.
Ai quattro angoli ci sono grandi bracieri di ferro. Semisfere dove crepitano le braci.
'Il tuo compito è semplice, accolito. Potrai diventare uno di noi, e ti sarà concesso pronunciare le parole del giuramento solo quando avrai ucciso uno spergiuro, un miscredente e uno stregone di nome Olaf' a parlare è il suo superiore.
'ricorda questo nome, e se lo scorderai lui si ricorderà di te'
Detto questo lo marchiano a fuoco. Sulla pelle bruciata del petto le lettere che compongono la parola Olaf.
Oh, fortuna che almeno ho un nome corto.
La fregatura dell'iniziazione è questa: la ferita non si rimargina fino a che il portatore del nome non giace sotto sei piedi di terra, aka il povero accolito ha un incentivo in più per sbrigarsi e portare a termine il suo compito. Cioè, è molto più difficile questo che prendere la patente con le nuove regole.
Detto questo cosa abbiamo: un fanatico religioso con una ferita che non guarisce che cavalca vorticosamente verso Cabiria.
E intanto il party si sta organizz... no, in realtà manco quello. Però hanno dato ad Abulena l'anello per farselo valutare. Ha detto che ci vorrà qualche giorno.
Belli loro che si fidano così.
Ovviamente riappare il primo inquisitore, affiancato questa volta dal suo accolito che deve nascondere con tutta la forza che ha in corpo il suo desiderio di spanzare Olaf con un cucchiaio.
Purtroppo lasciano il nano alla diplomazia e il diplomatico va a chiudersi in una stanza della taverna.
Ah, giusto, stanno in una taverna. Inaspettatissimo proprio.
La cosa viene gestita malino, come in fondo la gestirei anche io.
Ma alla fine come finisce.
Finisce con uno stallo alla messicana.
Un lungo pugnale affilato sulla gola di Olaf (che è svenuto come una brava signorina di buona famiglia dell'ottocento), dall'altra parte Khazmud, Korghot e Grimgold alle prese con un altro inquisitore. Poi doverosamente fatto rotolare giù per le scale. Fuori dalla porta invece l'altro sgherro con il nome di Olaf tatuato dentro a un cuore.
Finché morte non ci separi.
'Diteci chi vi ha mandato! Ditemelo e il vostro amico avrà salva la vita' dice scuotendo Olaf come se fosse un sacco di patate.
Ecco il dilemma iniziale: diplomazia o intimidazione? E poi, ha senso tradire Kashkar per salvare quel tisico di Olaf?
'Il tempo scorre, ditemi il nome e lui ha salva la vita, altrimenti dovrete spiegare al taverniere perché avete il cadere di uno sporco mezz'orco nella stanza'.
Ve l'avevo detto, è uno stallo alla messicana.
Si può chiudere con uno stallo?
Penso di sì.
Li abbiamo visti tornare dalla torre nera dei morti con in mano un anello, il loot dell'uomo ragno (ma montato male), e un patto stretto con gli uomini dell'inquisizione.
Li abbiamo visti tornare da Kashkar con la sicurezza baldanzosa di aver portato a termine la prima vera quest. In tutto questo Abulena si era anche ripreso dal colpo che aveva ricevuto alla testa.
Confesso che la linea degli eventi potrebbe essere un po' imprecisa, ma che importa, in fondo era estate e si poteva essere asociali anche in giardino intorno ad un tavolo e solo sentendo di cosa stavamo parlando gli altri ci avrebbero potuto definire 'anormali', 'un po' sfiga' o un qualsiasi altro epiteto ricevuto nel quinquennio del liceo.
Allora, il party è a Cabiria. Si leccano le ferite e rassicurano Kashkar. Che, giustamente, gli dice di riposarsi e di prepararsi per un'altra missione.
Eppure. Eppure gli ingranaggi dell'inquisizione avevano già iniziato a muoversi.
Quindi trasliamoci un attimo perché sta per essere introdotto un altro personaggio che ha giocato un po' con noi e ogni tanto ancora riciccia fuori (ciao Oli).
Una volta che gli inquisitori avevano capito che nel party c'erano due maghi avevano riportato i loro nomi alle autorità.
L'inquisizione funziona come un ufficio disorganizzato, piramidale e malvagissimo. Al solito, le poste italiane al loro peggio. Comunque il nome di Olaf, lo stregone mezz'orco, viaggia attraverso le pianure, passa valichi montani e - lento come un cartolina dalle Terme dei Papi di Viterbo - arriva a destinazione. Dove?
Bhe, a Essenia.
La roccaforte pure.
Il centro nevralgico dell'inquisizione. Città di cagacazzi che pensano solo ai peccati, a bruciare streghe e che scambiano l'autolesionismo per espiazione.
Lì arriva la lettera che contiene il nome Olaf. Contemporaneamente vediamo un lungo corridoio con centinaia di porte, tutte cellette fredde e scomode. Essenia è in mezzo alle montagne e il riscaldamento non viene acceso prima di febbraio. E perché? Perché je piace da soffri'.
In queste cellette c'è un uomo dalla corporatura affilata, i muscoli tesi per l'allenamento e le deprivazioni. Un uomo che sta per essere scelto per il rito di iniziazione.
Cade lenta una neve sottile, cade come cadrebbe la cenere.
Lui viene condotto nel cortile del convento.
Ai quattro angoli ci sono grandi bracieri di ferro. Semisfere dove crepitano le braci.
'Il tuo compito è semplice, accolito. Potrai diventare uno di noi, e ti sarà concesso pronunciare le parole del giuramento solo quando avrai ucciso uno spergiuro, un miscredente e uno stregone di nome Olaf' a parlare è il suo superiore.
'ricorda questo nome, e se lo scorderai lui si ricorderà di te'
Detto questo lo marchiano a fuoco. Sulla pelle bruciata del petto le lettere che compongono la parola Olaf.
Oh, fortuna che almeno ho un nome corto.
La fregatura dell'iniziazione è questa: la ferita non si rimargina fino a che il portatore del nome non giace sotto sei piedi di terra, aka il povero accolito ha un incentivo in più per sbrigarsi e portare a termine il suo compito. Cioè, è molto più difficile questo che prendere la patente con le nuove regole.
Detto questo cosa abbiamo: un fanatico religioso con una ferita che non guarisce che cavalca vorticosamente verso Cabiria.
E intanto il party si sta organizz... no, in realtà manco quello. Però hanno dato ad Abulena l'anello per farselo valutare. Ha detto che ci vorrà qualche giorno.
Belli loro che si fidano così.
Ovviamente riappare il primo inquisitore, affiancato questa volta dal suo accolito che deve nascondere con tutta la forza che ha in corpo il suo desiderio di spanzare Olaf con un cucchiaio.
Purtroppo lasciano il nano alla diplomazia e il diplomatico va a chiudersi in una stanza della taverna.
Ah, giusto, stanno in una taverna. Inaspettatissimo proprio.
La cosa viene gestita malino, come in fondo la gestirei anche io.
Ma alla fine come finisce.
Finisce con uno stallo alla messicana.
Un lungo pugnale affilato sulla gola di Olaf (che è svenuto come una brava signorina di buona famiglia dell'ottocento), dall'altra parte Khazmud, Korghot e Grimgold alle prese con un altro inquisitore. Poi doverosamente fatto rotolare giù per le scale. Fuori dalla porta invece l'altro sgherro con il nome di Olaf tatuato dentro a un cuore.
Finché morte non ci separi.
'Diteci chi vi ha mandato! Ditemelo e il vostro amico avrà salva la vita' dice scuotendo Olaf come se fosse un sacco di patate.
Ecco il dilemma iniziale: diplomazia o intimidazione? E poi, ha senso tradire Kashkar per salvare quel tisico di Olaf?
'Il tempo scorre, ditemi il nome e lui ha salva la vita, altrimenti dovrete spiegare al taverniere perché avete il cadere di uno sporco mezz'orco nella stanza'.
Ve l'avevo detto, è uno stallo alla messicana.
Si può chiudere con uno stallo?
Penso di sì.
mercoledì 29 novembre 2017
#4 Sconsigliata Aracnofobici
Vorrei
poter fare un fast forward ed arrivare direttamente alle ultime
campagne, quelle che stiamo vivendo in questi giorni. Non lo dico
solo perché il fomento ha raggiunto il livello invasione della
Polonia o notte prima dell'ammutinamento del bounty, non solo per
questo almeno. E' che ogni nostro mercoledì sta diventando una
serata quasi palpabile nella sua finzione condivisa. Sento
l'irrazionalità di Olaf, i sofismi ingenui di Grimgold, la
precisione nazista di Korgoth, l'irruenza di Kazmud e le magie
lanciate da Byron. In più vedo le mura ciclopiche di Ninive, la
serra delle Camelie e le alte ciminiere dove vengono cotti tutti i
mattoni dell'impero.
Eppure ancora non si può saltare fino al presente. Il salto è ancora troppo grande.
Eppure ancora non si può saltare fino al presente. Il salto è ancora troppo grande.
E
c'è solo un modo per colmarlo. Continuare a narrare.
Questo
è un genere dove devono succedere cose. L'immobilità non è
tollerata. La riflessione è accettata solo se è usata per risolvere
un indovinello. Per cui in marcia. Verso nord-ovest, dove la nuova
bussola che hanno acquisito sta guidando il gruppo.
Pianure
seminate a frumento accompagnano il suono degli zoccoli. Sì, gli
sono state date delle cavalcature.
Ogni sera lanciano i legnetti, li tolgono con cura dalla bisaccia di pelle e poi vedono dove li stanno guidando.
Ogni sera lanciano i legnetti, li tolgono con cura dalla bisaccia di pelle e poi vedono dove li stanno guidando.
Il
terzo giorno lo scoprono.
Il
verde del frumento lascia il posto ad una zona di prateria ugualmente
verde, ma di una tintura più profonda. Più cupa.
La vallata termina in una torre d'ebano. Una delle tante che punteggiano l'impero.
Le torri dei morti.
Le roccaforti della fine.
Il luogo che i cittadini dell'impero temono con superstizioso timore ma che, alla fine, raggiungeranno. All'interno, di solito, un manipolo di chierici che si occupa delle sepolture celesti e dei riti di passaggio per l'anima. Condurla nel piano giusto può risultare complicato. 'allora, tu vai sempre dritta. Però ricordati di tenere la sinistra perché se sbagli so cazzi, mica se ne esce facilmente dalla ripa scoscesa degli esattori delle tasse in cattiva fede. Ok, bene, ora ripetimi bene il percorso che devi seguire.'
La vallata termina in una torre d'ebano. Una delle tante che punteggiano l'impero.
Le torri dei morti.
Le roccaforti della fine.
Il luogo che i cittadini dell'impero temono con superstizioso timore ma che, alla fine, raggiungeranno. All'interno, di solito, un manipolo di chierici che si occupa delle sepolture celesti e dei riti di passaggio per l'anima. Condurla nel piano giusto può risultare complicato. 'allora, tu vai sempre dritta. Però ricordati di tenere la sinistra perché se sbagli so cazzi, mica se ne esce facilmente dalla ripa scoscesa degli esattori delle tasse in cattiva fede. Ok, bene, ora ripetimi bene il percorso che devi seguire.'
Raggiungono
la porta. Sullo stipite una scritta: ''Due i mondi. Io vengo
dall'altro''
Si
accorgono che qualcosa non va.
Che
la torre è troppo quieta anche per essere il paradiso verticale dei
cassamortari. Un'aura più spessa di stranezza avvolge il luogo e la
vallata tutta.
Entrano.
Un
occhio li osserva. Nel senso di un occhietto umano con i nervi
penzoloni attaccato ad otto zampette ragnesche. Lo fulminano. Cioè,
Olaf lo fulmina col suo dardo incantato.
A qualsiasi cosa era legato l'occhio quella cosa è cosciente della loro venuta.
A qualsiasi cosa era legato l'occhio quella cosa è cosciente della loro venuta.
Al
gruppo si aggiungono due personaggi, scusate, non mi ricordo i nomi
in game ma quelli nella vita reale sono Giorgio ed Emiliano.
Rimarranno con noi un po', come gli special guest nelle puntate dei
simpson.
Ci si fida? Fino a un certo punto.
Ci si fida? Fino a un certo punto.
Ognuno
a quanto pare ha raggiunto la torre d'ebano per scopi diversi.
All'interno
camminano con calma.
Sigillano una stanza piena di giare d'olio infiammabilissimo. Uccidono il guardiano della torre che era impazzito ed era diventato particolarmente legato alla sua ascia da spaccalegna. E salgono gli scalini a spirale della torre dei morti.
Sigillano una stanza piena di giare d'olio infiammabilissimo. Uccidono il guardiano della torre che era impazzito ed era diventato particolarmente legato alla sua ascia da spaccalegna. E salgono gli scalini a spirale della torre dei morti.
Un
paio di zombie. Una stanza segreta dove riescono a prendere un
anello. Sembra una menzione casuale, ma quest'anello, come il nome di
Kashkar, ricoprirà il suo ruolo all'interno della narrazione.
Il loro scopo è recuperare il libro. Il libro. Il libro che un elfo ricco che aveva il pallino della magia aveva deciso di farsi rubare.
Non stanno a chiedersi troppo queste cose ma continuano a salire.
Il loro scopo è recuperare il libro. Il libro. Il libro che un elfo ricco che aveva il pallino della magia aveva deciso di farsi rubare.
Non stanno a chiedersi troppo queste cose ma continuano a salire.
In
cima una bestia metà uomo e metà ragno. Capelli lunghi da frontman
di una rock band anni '80. Coattissimo. Ovviamente li aspettava, come
ogni cattivo che si rispetti.
-Bene,
bene, bene... - fa Ozzy Osbourne con otto zampe -vi stavo aspettando,
ma non pensavo certo che sareste venuti così in fretta. Non pensavo
certo che l'Astrologo Nero fosse così rapido nelle sue reazioni. So
cosa è successo all'altro ragno, al mio affamato parente. Beh,
vediamo se ha mandato combattenti validi-
Intanto
il gruppo si oppone.
Grimgold
alza la mano
-ma...
signore, scusi, noi non siamo stati mandati dall'Astrologo Nero-
Il suo commento da studentello si perde nel vento che sferza l'aria. E, con esso, spazza via l'imbarazzo.
Il suo commento da studentello si perde nel vento che sferza l'aria. E, con esso, spazza via l'imbarazzo.
Lasciatemi aggiungere una parentesi
lovecraftiana, perché il luogo dello scontro non è stato descritto con dovizia.

Ritorniamo alla scena principale. Lo scontro tra l'uomo coi capelli lunghi corpo di ragno e il gruppo di avventurieri a cui si sono aggiunti Giorgio ed Emiliano (scusate, i vostri nomi fantasy me li aggiù ricordà) è iniziato.
Mentre
infuria la battaglia l'avversario principale riceve un fendente
violento, detto questo si sente un suono che si ripete tre volte.
Clap...
clap... clap.
Uno
dei tre demoni che osservavano la scena della battaglia dalla
pancia-portale ha iniziato ad applaudire con una inquietantissima
calma.
Gelo.
Gelo
serio. Cazzo.
Quasi
automaticamente Olaf prende il suo pugnale e recide la giugulare del
tizio appeso tra le due alabarde.
Quasi
immediatamente il portale si richiude.
Sbam,
i demoni sono scomparsi.
Nello
stesso momento viene dato il colpo di grazia all'uomo capelli lunghi
corpo di ragno.
La
cosa sembra finire qui ma invece succede, in rapida successione,
un'altra cosa.
Siete pregati di seguirmi, dice la voce di Giorgio, di seguirmi ad
Essenia per essere processati per stregoneria.
Sbam,
erano inquisitori sotto copertura.
Mai
fidarsi di Mr. Orange. Sotto qualsiasi forma si presenti.
mercoledì 22 novembre 2017
#3 pistolotto sull'inquisizione
Stiamo passando in rivista il passato per farlo collimare con la narrazione presente. Quindi sbrighiamoci a pescare dal pozzo degli Echi della lunga notte un altro filare di queste serate estive!
Il gruppo salva la ragazza rossa dalla tana del ragno ma decide di non riportarla a Cabiria dell'Estuario.
Il motivo è sempre lo stesso: Cabiria è governata dall'impero che si appoggia all'Inquisizione, e quelli dell'inquisizione (vedi anche che brutto nome si sono scelti) non sono proprio shalli per quanto riguarda la 'libertà di professare il proprio culto'. La ragazzetta ovviamente non ha colpe ma è nata con il tatuaggio del dio della Magia.
Ah, di questo non avevamo parlato.
Ogni creatura che nasce sul piano materiale viene marchiata da un tatuaggio. E' na cosa con cui ci nasci proprio, non puoi fuggire da questo pallottoliere esagonale. Quindi tutti i pargoli, a quanto pare in maniera casuale, escono con un tatuaggio divino (e le nonne con la loro etica passatista per quanto riguarda piercing e tatuaggi stanno mùte!).Che poi non hanno la scritta coatta un po' gotica con su scritto dio della magia. Hanno dei simboli che li rappresentano.

Dio della magia: una fiamma
Dio della costruzione: un ponte o un
palazzo
Dio del tempo: un tondo scuro o una ciotola (una ciotola???)
Dio della morte: un corvo (scontatino eh?)
Dio del vuoto: un drappo scuro
Ovviamente in un impero governato da quei savonarola dell'inquisizione presentarsi con il tatuaggio della fiamma non porta certo bene.
Quindi riportano l'innocente pulzella nel villaggio di Leza e le dicono di rimanere nascosta.
Intanto il gruppo ritorna a Cabiria per indagare meglio.
A ringraziarli trovano Ildegarda, la committente della missione. La conversazione con lei è andata più o meno così:
-quindi avete salvato mio padre e mio fratello?
-Sappiamo cosa gli è successo
-Bene. Ma sono salvi?
-Ehm
-Ma stanno bene?
-Sa, abbiamo trovato il loro carro però
-Quindi non torneranno più?
-Le abbiamo portato dei chiodi mezzi arrugginiti del carro
(silenzio imbarazzato)
Ora non fatemi scrivere che i prigionieri del ragno erano salvabilissimi e che sgozzare i prigionieri avvoltolati nella ragnatela non è il migliore dei metodi per accertarsi delle loro condizioni di salute.
Comunque Ildegarda è ovviamente disperata ma quantomeno con il cuore finalmente libero di soffrire e di non dover più sperare in un ritorno che adesso sa che non avverrà.
Per ringraziarli li paga e li presenta a Kashkar (l'ho messo in grassetto perché ai fini narrativi è un nome importante). Un elfo mezzo nobile mezzo intrallazzino di Cabiria. Questo tipo ha un sacco di influenza nella città perché fa parte del Sinodo dei Pari, cioè l'organismo oligarchico non elettivo della cittadina costiera. Al suo interno sono rappresentati: i nobili, i mercanti, l'impero, gli inquisitori e Kashkar. E nessuno ha davvero capito che ci sta a fare, quale è il suo ruolo, quali i suoi meriti.
Comunque conoscono il tipo, e lui sembra subito fidarsi del gruppo. Lui immaginatevelo tipo renegade mezzo ripulito e infilato in un contesto mediamente fantasy. Chiede loro di indagare sulla scomparsa di molte ragazze dai capelli rossi. Discriminate due volte: la prima perché di solito c'hanno il tatuaggio della magia e la seconda perché ROSCIOCHIUSOTUO!.
E il gruppo lo fa. Si rimbocca le maniche. Kazhmud per l'occasione ripassa anche tutto l'alfabeto. Almeno fino alla lettera o.
Intanto fanno varie ricerche e capiscono che le ragazze scomparse avevano tutte nomi di navi.
Ok, di solito le navi hanno nomi di donne. Ma di quali navi posseggono i nomi? Delle navi che sono andate a fuoco durante l'assedio di Cabiria, quelle dell'esercito piratesco. Sbam, rivelazione. Sarà un caso, non sarà un caso? Può essere che il master non volesse perdere tempo a scegliere i nomi e quindi ha fatto del sano e non incolpabile copia&incolla.
In tutto questo accettano poi anche un invito a cena da Kashkar a cui andranno solo Grimgold e Olaf, i membri più delicatini del gruppo. Bad choiche. Nel mentre i due tank passano il tempo a bere in taverna.
A cena da Kashkar ci sarà anche Guglielmo Valleromita, un altro big shot del Sinodo dei pari, quello che rappresenta gli interessi mercantili nella città. E con le navi ci si fanno i soldi. Anche solo il rimessaggio stagionale costa davvero un occhio della testa.
Mentre pasteggiano parlano di tante e Kashkar fa anche delle allusioni.
La sua mano sfiora quella nodosa del nodoso Olaf, si guardano un po' negli occhi (in sottofondo parte Careless Whispers di George Michael) e droppa le allusioni sessuali lasciando quelle più generiche.
-certo che sarebbe bello usare la magia. Cioè qui siamo tutti maggiorenni e nel caso la useremmo solo per scopo personale.
Loro mezzo capiscono l'antifona.
Intanto gli viene presentato il valletto di Kashkar, un vecchio rubizzo e un po' tondino: Abulena. Kashkar vantandosi dice che possiede degli oggetti, tipo libri di magie, grimori, candele al sandalo e roba simile.
In questo esatto momento una portata della cena si ribella. Era un maialino kebab che prende vita e inizia a sputare fiamme. Olaf e Grimgold riescono a risolvere la situazione.
Ma... ma... Abulena è stato colpito in testa e giace svenuto e... il libro è sparito.
Kashkar inizia a sudare freddo.
-E se le guardie lo scoprono? E se si viene a sapere che avevo quella roba a casa?
Quindi incarica il gruppo di andare alla ricerca del libro.
Loro annuiscono.
Gli vengono dati dei legnetti che quando vengono lanciati in aria si dispongono nella direzione del libro.
Sellano i cavalli. Lanciano i legnetti.
Nord-ovest. Partono nella luce dell'alba, veloci come dopo un afterino.
Il gruppo salva la ragazza rossa dalla tana del ragno ma decide di non riportarla a Cabiria dell'Estuario.
Il motivo è sempre lo stesso: Cabiria è governata dall'impero che si appoggia all'Inquisizione, e quelli dell'inquisizione (vedi anche che brutto nome si sono scelti) non sono proprio shalli per quanto riguarda la 'libertà di professare il proprio culto'. La ragazzetta ovviamente non ha colpe ma è nata con il tatuaggio del dio della Magia.
Ah, di questo non avevamo parlato.
Ogni creatura che nasce sul piano materiale viene marchiata da un tatuaggio. E' na cosa con cui ci nasci proprio, non puoi fuggire da questo pallottoliere esagonale. Quindi tutti i pargoli, a quanto pare in maniera casuale, escono con un tatuaggio divino (e le nonne con la loro etica passatista per quanto riguarda piercing e tatuaggi stanno mùte!).Che poi non hanno la scritta coatta un po' gotica con su scritto dio della magia. Hanno dei simboli che li rappresentano.

Dio della magia: una fiamma
Dio della costruzione: un ponte o un
palazzo
Dio del tempo: un tondo scuro o una ciotola (una ciotola???)
Dio della morte: un corvo (scontatino eh?)
Dio del vuoto: un drappo scuro
Ovviamente in un impero governato da quei savonarola dell'inquisizione presentarsi con il tatuaggio della fiamma non porta certo bene.
Quindi riportano l'innocente pulzella nel villaggio di Leza e le dicono di rimanere nascosta.
Intanto il gruppo ritorna a Cabiria per indagare meglio.
A ringraziarli trovano Ildegarda, la committente della missione. La conversazione con lei è andata più o meno così:
-quindi avete salvato mio padre e mio fratello?
-Sappiamo cosa gli è successo
-Bene. Ma sono salvi?
-Ehm
-Ma stanno bene?
-Sa, abbiamo trovato il loro carro però
-Quindi non torneranno più?
-Le abbiamo portato dei chiodi mezzi arrugginiti del carro
(silenzio imbarazzato)
Ora non fatemi scrivere che i prigionieri del ragno erano salvabilissimi e che sgozzare i prigionieri avvoltolati nella ragnatela non è il migliore dei metodi per accertarsi delle loro condizioni di salute.
Comunque Ildegarda è ovviamente disperata ma quantomeno con il cuore finalmente libero di soffrire e di non dover più sperare in un ritorno che adesso sa che non avverrà.
Per ringraziarli li paga e li presenta a Kashkar (l'ho messo in grassetto perché ai fini narrativi è un nome importante). Un elfo mezzo nobile mezzo intrallazzino di Cabiria. Questo tipo ha un sacco di influenza nella città perché fa parte del Sinodo dei Pari, cioè l'organismo oligarchico non elettivo della cittadina costiera. Al suo interno sono rappresentati: i nobili, i mercanti, l'impero, gli inquisitori e Kashkar. E nessuno ha davvero capito che ci sta a fare, quale è il suo ruolo, quali i suoi meriti.
Comunque conoscono il tipo, e lui sembra subito fidarsi del gruppo. Lui immaginatevelo tipo renegade mezzo ripulito e infilato in un contesto mediamente fantasy. Chiede loro di indagare sulla scomparsa di molte ragazze dai capelli rossi. Discriminate due volte: la prima perché di solito c'hanno il tatuaggio della magia e la seconda perché ROSCIOCHIUSOTUO!.
E il gruppo lo fa. Si rimbocca le maniche. Kazhmud per l'occasione ripassa anche tutto l'alfabeto. Almeno fino alla lettera o.
Intanto fanno varie ricerche e capiscono che le ragazze scomparse avevano tutte nomi di navi.
Ok, di solito le navi hanno nomi di donne. Ma di quali navi posseggono i nomi? Delle navi che sono andate a fuoco durante l'assedio di Cabiria, quelle dell'esercito piratesco. Sbam, rivelazione. Sarà un caso, non sarà un caso? Può essere che il master non volesse perdere tempo a scegliere i nomi e quindi ha fatto del sano e non incolpabile copia&incolla.
In tutto questo accettano poi anche un invito a cena da Kashkar a cui andranno solo Grimgold e Olaf, i membri più delicatini del gruppo. Bad choiche. Nel mentre i due tank passano il tempo a bere in taverna.
A cena da Kashkar ci sarà anche Guglielmo Valleromita, un altro big shot del Sinodo dei pari, quello che rappresenta gli interessi mercantili nella città. E con le navi ci si fanno i soldi. Anche solo il rimessaggio stagionale costa davvero un occhio della testa.
Mentre pasteggiano parlano di tante e Kashkar fa anche delle allusioni.
La sua mano sfiora quella nodosa del nodoso Olaf, si guardano un po' negli occhi (in sottofondo parte Careless Whispers di George Michael) e droppa le allusioni sessuali lasciando quelle più generiche.
-certo che sarebbe bello usare la magia. Cioè qui siamo tutti maggiorenni e nel caso la useremmo solo per scopo personale.
Loro mezzo capiscono l'antifona.
Intanto gli viene presentato il valletto di Kashkar, un vecchio rubizzo e un po' tondino: Abulena. Kashkar vantandosi dice che possiede degli oggetti, tipo libri di magie, grimori, candele al sandalo e roba simile.

Ma... ma... Abulena è stato colpito in testa e giace svenuto e... il libro è sparito.
Kashkar inizia a sudare freddo.
-E se le guardie lo scoprono? E se si viene a sapere che avevo quella roba a casa?
Quindi incarica il gruppo di andare alla ricerca del libro.
Loro annuiscono.
Gli vengono dati dei legnetti che quando vengono lanciati in aria si dispongono nella direzione del libro.
Sellano i cavalli. Lanciano i legnetti.
Nord-ovest. Partono nella luce dell'alba, veloci come dopo un afterino.
domenica 19 novembre 2017
#2 la vita, l'universo e tutto il resto
Ci eravamo lasciati al piccione cangiante, al cosmopavone con la bandiera LGBT, no?
Il gruppo lo aveva avvistato e sembrava quasi che stesse loro indicando una via da seguire.
Non so se l'avevo accennato ma in questo universo in provincia di medioevo fantastico la magia è supervietata. Tipo che appena uno casta anche un piccolo incantamento tutti reagiscono come Gasparri quando vede uno che si fuma uno spinello. Frenzy pura. ODDIOCHEHAIFATTO, NONONONONO NON SI PUO' FARE, e cose del genere.
C'è anche un motivo per tutto questo: un millennio prima che quest'avventura ha avuto inizio c'è stata una guerra interdivina, 'mazza che termine da storico delle religioni. E questa guerra dove è stata combattuta? Beh, ovviamente sul piano materiale. Vediamo se ci ricordiamo brevemente tutte le divinità di questo pantheon:
-Dio del Tempo
-Dio della Vita
-Dio della Morte
-Dio del Vuoto
-Dio della Magia
-Dio della Creazione
6 divinità. 7 piani di esistenza. Uno per ognuna e in più il piano materiale, piano Jolly par excellance.
In questa guerra il vero casino l'ha fatto il dio della Magia che nella baraonda ha creato una spaccatura non da poco nel piano materiale. Ora nota come 'la fenditura', cioè, per dirla nella lingua di Acilia: 'no sgaro mica da poco nel mare. O appunto, una fenditura. Una ferita che ha rischiato di essere il colpo mortale inferto al piano materiale. La guerra fortunatamente è finita: il dio della Magia ne è risultato sconfitto e si è andato a nascondere da qualche parte. Qualcuno dice a leccarsi le ferite in attesa di tornare, altri dicono in un sonno eterno. Ai postumi l'ardua sentenza.
Quindi il piccione. Eccoci.
Lo seguono e gli indica l'ingresso di una caverna.
Un posto umido dove rigoglioso cresce il muschio, dove il sole non ha il coraggio di entrare e dove servirebbe davvero un deumidificatore.
Fuori da questa caverna ci sono i resti distrutti di diversi carri.
Potrebbe esserci proprio il carro di commercianti di sartiame che stiamo cercando? Dice la voce mentale dei PG.
Ma io voglio chiedere: può davvero essere così lineare la trama?
Sì.
Sono le prime giocate e per ora la complessità del plot è ancora in nuce.
Entrano nella grotta.
Khazmud ha un brutto incontro con una trappola e un bambino zombie. Questo incontro lo segnerà per il resto della giocata e ancora adesso teme l'unione di non-morti plus teenagers.
Il gruppo sconfigge anche una serie di quei mostri che vengono incontrati all'inizio e che rispondono alla voce: coboldi.
C'è però qualcosa di strano: ragnatele ovunque. Ed è aprile. Halloween è lontano.
Trovano poi la causa delle ragnatele. Un ragno gigante che parla e scaglia magie. Nella sua corte umida ha fatto una serie di bozzoli con dentro gli spuntin... i prigionieri. Loro lo riescono a disinfestare con violenza. Anche grazie ad un Olaf che si cala dal soffitto per salvare la situazione.
E poi si impiglia male in una ragnatela.
E poi si fa male cadendo sul duro pavimento.
Comunque alla fine riesce a cuocere il ragno con un dardo incantato ben piazzato.
Il ragno, prima di tirare le zampe, si rivolge a loro con delle criptiche frasi.
'L'astrologo nero vi ha mandato qui per punirmi, lo so'
'io avevo fame, non potevo limitarmi a catturare quelle ragazze'
'mi sono fatto prendere la mano, ma è la mia natura'
Loro non si fanno domande. E, mentre l'acqua nella grotta sale rapidissimamente, salvano delle prigioniere che erano state chiuse in una gabbia. Queste hanno tutti i capelli rossissimi e (silenzio scenico) un tatuaggio legato al dio della Magia.
Il gruppo lo aveva avvistato e sembrava quasi che stesse loro indicando una via da seguire.
Non so se l'avevo accennato ma in questo universo in provincia di medioevo fantastico la magia è supervietata. Tipo che appena uno casta anche un piccolo incantamento tutti reagiscono come Gasparri quando vede uno che si fuma uno spinello. Frenzy pura. ODDIOCHEHAIFATTO, NONONONONO NON SI PUO' FARE, e cose del genere.
C'è anche un motivo per tutto questo: un millennio prima che quest'avventura ha avuto inizio c'è stata una guerra interdivina, 'mazza che termine da storico delle religioni. E questa guerra dove è stata combattuta? Beh, ovviamente sul piano materiale. Vediamo se ci ricordiamo brevemente tutte le divinità di questo pantheon:
-Dio del Tempo
-Dio della Vita
-Dio della Morte
-Dio del Vuoto
-Dio della Magia
-Dio della Creazione
6 divinità. 7 piani di esistenza. Uno per ognuna e in più il piano materiale, piano Jolly par excellance.
In questa guerra il vero casino l'ha fatto il dio della Magia che nella baraonda ha creato una spaccatura non da poco nel piano materiale. Ora nota come 'la fenditura', cioè, per dirla nella lingua di Acilia: 'no sgaro mica da poco nel mare. O appunto, una fenditura. Una ferita che ha rischiato di essere il colpo mortale inferto al piano materiale. La guerra fortunatamente è finita: il dio della Magia ne è risultato sconfitto e si è andato a nascondere da qualche parte. Qualcuno dice a leccarsi le ferite in attesa di tornare, altri dicono in un sonno eterno. Ai postumi l'ardua sentenza.
Quindi il piccione. Eccoci.
Lo seguono e gli indica l'ingresso di una caverna.
Un posto umido dove rigoglioso cresce il muschio, dove il sole non ha il coraggio di entrare e dove servirebbe davvero un deumidificatore.
Fuori da questa caverna ci sono i resti distrutti di diversi carri.
Potrebbe esserci proprio il carro di commercianti di sartiame che stiamo cercando? Dice la voce mentale dei PG.
Ma io voglio chiedere: può davvero essere così lineare la trama?
Sì.
Sono le prime giocate e per ora la complessità del plot è ancora in nuce.
Entrano nella grotta.
Khazmud ha un brutto incontro con una trappola e un bambino zombie. Questo incontro lo segnerà per il resto della giocata e ancora adesso teme l'unione di non-morti plus teenagers.
Il gruppo sconfigge anche una serie di quei mostri che vengono incontrati all'inizio e che rispondono alla voce: coboldi.
C'è però qualcosa di strano: ragnatele ovunque. Ed è aprile. Halloween è lontano.
Trovano poi la causa delle ragnatele. Un ragno gigante che parla e scaglia magie. Nella sua corte umida ha fatto una serie di bozzoli con dentro gli spuntin... i prigionieri. Loro lo riescono a disinfestare con violenza. Anche grazie ad un Olaf che si cala dal soffitto per salvare la situazione.
E poi si impiglia male in una ragnatela.
E poi si fa male cadendo sul duro pavimento.
Comunque alla fine riesce a cuocere il ragno con un dardo incantato ben piazzato.
Il ragno, prima di tirare le zampe, si rivolge a loro con delle criptiche frasi.
'L'astrologo nero vi ha mandato qui per punirmi, lo so'
'io avevo fame, non potevo limitarmi a catturare quelle ragazze'
'mi sono fatto prendere la mano, ma è la mia natura'
Loro non si fanno domande. E, mentre l'acqua nella grotta sale rapidissimamente, salvano delle prigioniere che erano state chiuse in una gabbia. Queste hanno tutti i capelli rossissimi e (silenzio scenico) un tatuaggio legato al dio della Magia.
lunedì 6 novembre 2017
#1 Overture
I nostri ragguardevoli giovedì sera cominciano a giugno. Sì, ci saranno post di throwback -d'ora in poi trobec- perché la linea della narrazione è in sporco vantaggio su quella della vita reale.
Benvenuto sia il flashback.
Mettetevi pure comodi, sarà una storia lunga e incoerente.
Quindi abbiamo detto che è giugno. Siamo nella periferia di Roma, in quel nulla planare che divide il centro dal mare.
Siamo anche sulla china ascendente dell'estate: le persone vanno al mare, organizzano feste in piscina, la sera hanno voglia di uscire, di bere, di ballare, di avvicinarsi, di fare sesso, di conoscersi.
E poi ci siamo noi.
5 stronzi con abbronzatura al neon. Profeti del dado. Amanti degli spuntini notturni.
Per nostro spirito di avventura decidiamo di giocare fuori, in esterna.
Dadi, manuali, fogli e noccioline ingombrano il tavolo.
Sento l'umido che entra nelle reni.
Cap e Elle hanno già la scheda completata. Cap ha segnato su un foglio a parte tutte le statistiche, così da non consumare la scheda. Ha la mia sempiterna stima per questa sua lungimiranza.
Vic tira un bassissimo valore di costituzione. Il suo pg, già con un dado vita pessimo, sarà da quel giorno condannato a vivere con la paura di morire per cause eroiche come 'le folate di vento' o 'lo spiffero sulla cervicale'. Poi c'è O e il suo gnomo bardo. Ma invece di descriverli così dovremmo far parlare il plot...
La scena si apre con una città costiera, come Ostia ma meglio, Cabiria dell'Estuario. E' l'ultima propaggine a est di un grande impero che ha la sua capitale a Ninive.
Cabiria era stata una città libera, almeno fino ad un secolo prima.
Grimgold, il personaggio di O, si ricorda ancora di quando Cabiria faceva parte della Lega delle Città Indipendenti. Quei giorni sono finiti più o meno un secolo fa.
Ora la città è sotto il controllo dell'impero, non immaginatevelo come l'Impero di Star Wars, niente di così nazista. L'impero di questo mondo è un potere grigio, opaco e neutrale. Il suo compito è pacificare il mondo e portare ordine. Per fare questo non controlla direttamente le città ma si limita a gestire, riparare, costruire e tenere pulita tutta la fitta rete stradale. Assicurando così la sicurezza dei viaggiatori, delle merci e, infine, ottenendo la pace universale.
Quindi è come l'Anas?
Sì. E' come l'Anas, ma più fantasy. E' come se Autogrill srl controllasse l'Italia. Insomma, un incubo.
Cabiria è appena uscita da un assedio navale durato diversi mesi. Un cordone di imbarcazioni piratesche bloccava le vie di accesso (e di uscita) della città.
La cosa strana è che due notti prima tutte le navi della flotta nemica sono andate a fuoco. Consumate dalle fiamme vermiglie sono affondate nella baia una dopo l'altra. Ma nessuno ha sferrato alcun attacco dalle mura cittadine. Le navi hanno semplicemente preso fuoco senza causa apparente. Le urla di dolore dei pirati che avvolgevano la notte.
La vicenda si apre con quest'assedio che, inspiegabilmente, si scioglie. L'esercito della città e la popolazione sono in festa. Sfilano in trionfo i generali e i dignitari, vi sono i membri del Sinodo dei Pari e Pietro Scandeberd, l'eroe cittadino.
Il party li osserva da una locanda, la stessa dove stanno per accettare la prima missione.
Perché non si può stare con le mani in mano e anche perché ogni azione è narrazione.
Come nella più classica delle trame classiche una dama gli dice che suo fratello e suo padre, commercianti di sartiame tra Leza e Cabiria, sono rimasti fuori dalla città e non hanno fatto avere loro notizie da mesi. Lei è preoccupata ed esprime questa preoccupazione toccandosi il seno procace. La sudorazione dello gnomo aumenta, ma la riesce a mascherare con il suo linguaggio infiocchettato di melliflui congiuntivi e arzigogoli. Intanto Khazmud il nano, che sarebbe Cap, ha messo in chiaro la sua parcella in gemme. Olaf sogna di mettere da parte un gruzzoletto per acquistare del vicks vaporub e passare l'inverno.
La mattina successiva, in un terso aprile, il gruppo si mette in marcia e varca, per la prima volta, i cancelli della città. Si spostano verso sud per indagare sulla scomparsa dei parenti della popputa Ildegarda.
Seguono la strada pacificata dall'impero.
La seguono fino a che non si accorgono che c'è un uccello cangiante che vola sopra le loro teste e che sembra indicare la strada.
Con il piccione dai colori sparati si chiude la prima sessione.
Benvenuto sia il flashback.
Mettetevi pure comodi, sarà una storia lunga e incoerente.
Quindi abbiamo detto che è giugno. Siamo nella periferia di Roma, in quel nulla planare che divide il centro dal mare.
Siamo anche sulla china ascendente dell'estate: le persone vanno al mare, organizzano feste in piscina, la sera hanno voglia di uscire, di bere, di ballare, di avvicinarsi, di fare sesso, di conoscersi.
E poi ci siamo noi.
5 stronzi con abbronzatura al neon. Profeti del dado. Amanti degli spuntini notturni.
Per nostro spirito di avventura decidiamo di giocare fuori, in esterna.
Dadi, manuali, fogli e noccioline ingombrano il tavolo.
Sento l'umido che entra nelle reni.
Cap e Elle hanno già la scheda completata. Cap ha segnato su un foglio a parte tutte le statistiche, così da non consumare la scheda. Ha la mia sempiterna stima per questa sua lungimiranza.
Vic tira un bassissimo valore di costituzione. Il suo pg, già con un dado vita pessimo, sarà da quel giorno condannato a vivere con la paura di morire per cause eroiche come 'le folate di vento' o 'lo spiffero sulla cervicale'. Poi c'è O e il suo gnomo bardo. Ma invece di descriverli così dovremmo far parlare il plot...
La scena si apre con una città costiera, come Ostia ma meglio, Cabiria dell'Estuario. E' l'ultima propaggine a est di un grande impero che ha la sua capitale a Ninive.
Cabiria era stata una città libera, almeno fino ad un secolo prima.
Grimgold, il personaggio di O, si ricorda ancora di quando Cabiria faceva parte della Lega delle Città Indipendenti. Quei giorni sono finiti più o meno un secolo fa.
Ora la città è sotto il controllo dell'impero, non immaginatevelo come l'Impero di Star Wars, niente di così nazista. L'impero di questo mondo è un potere grigio, opaco e neutrale. Il suo compito è pacificare il mondo e portare ordine. Per fare questo non controlla direttamente le città ma si limita a gestire, riparare, costruire e tenere pulita tutta la fitta rete stradale. Assicurando così la sicurezza dei viaggiatori, delle merci e, infine, ottenendo la pace universale.
Quindi è come l'Anas?
Sì. E' come l'Anas, ma più fantasy. E' come se Autogrill srl controllasse l'Italia. Insomma, un incubo.
Cabiria è appena uscita da un assedio navale durato diversi mesi. Un cordone di imbarcazioni piratesche bloccava le vie di accesso (e di uscita) della città.
La cosa strana è che due notti prima tutte le navi della flotta nemica sono andate a fuoco. Consumate dalle fiamme vermiglie sono affondate nella baia una dopo l'altra. Ma nessuno ha sferrato alcun attacco dalle mura cittadine. Le navi hanno semplicemente preso fuoco senza causa apparente. Le urla di dolore dei pirati che avvolgevano la notte.
La vicenda si apre con quest'assedio che, inspiegabilmente, si scioglie. L'esercito della città e la popolazione sono in festa. Sfilano in trionfo i generali e i dignitari, vi sono i membri del Sinodo dei Pari e Pietro Scandeberd, l'eroe cittadino.
Il party li osserva da una locanda, la stessa dove stanno per accettare la prima missione.
Perché non si può stare con le mani in mano e anche perché ogni azione è narrazione.
Come nella più classica delle trame classiche una dama gli dice che suo fratello e suo padre, commercianti di sartiame tra Leza e Cabiria, sono rimasti fuori dalla città e non hanno fatto avere loro notizie da mesi. Lei è preoccupata ed esprime questa preoccupazione toccandosi il seno procace. La sudorazione dello gnomo aumenta, ma la riesce a mascherare con il suo linguaggio infiocchettato di melliflui congiuntivi e arzigogoli. Intanto Khazmud il nano, che sarebbe Cap, ha messo in chiaro la sua parcella in gemme. Olaf sogna di mettere da parte un gruzzoletto per acquistare del vicks vaporub e passare l'inverno.
La mattina successiva, in un terso aprile, il gruppo si mette in marcia e varca, per la prima volta, i cancelli della città. Si spostano verso sud per indagare sulla scomparsa dei parenti della popputa Ildegarda.
Seguono la strada pacificata dall'impero.
La seguono fino a che non si accorgono che c'è un uccello cangiante che vola sopra le loro teste e che sembra indicare la strada.
Con il piccione dai colori sparati si chiude la prima sessione.
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#7
Nelle tombe dei vecchi re. Nelle tombe dei vecchi re ci si chiede se ad essere vecchie sono le tombe o i re. Di solito poi non lo si capis...